«Dai sei ai trentacinque anni sono stato un ginnasta; per venti lunghi anni, un campione. Quando ho smesso, potevo diventare nessuno. Per fortuna, questa non è la mia storia». Non in molti possono vantare una carriera come quella di Jury Chechi che, da magrolino ragazzo di provincia, si è trasformato in campione olimpico e, nonostante due terribili infortuni e non pochi ostacoli, per oltre un decennio è stato l'indiscusso dominatore degli anelli, atleta adorato da un'intera nazione. Ritiratosi dalle competizioni ufficiali, Jury però non ha mai appeso i muscoli «al chiodo». E nel 2020, a cinquant'anni, ha incantato tutti un'altra volta con gli incredibili video del suo allenamento domestico in lockdown. Jury Chechi oggi è un maestro del metodo calistenico, un training a corpo libero ispirato a tecniche nate nell'antica Grecia, e in queste pagine introduce i lettori alla conoscenza e alla pratica della disciplina attraverso un percorso modulare, della durata ideale di un anno, adatto a tutti, a partire dagli assoluti principianti. Il calisthenics, che riscoperto in America si sta diffondendo sempre più in Italia anche grazie all'attività della Jury Chechi Academy, è uno sport che non ha bisogno di attrezzature costose, o ampi spazi: chiunque può praticarlo, in qualunque momento, dappertutto. Ma il libro non propone solo un metodo di allenamento: è un viaggio di riscoperta di noi stessi e del nostro pieno benessere fisico, che passa per l'alimentazione, la respirazione e l'unità tra corpo e mente. Jury condivide quel che ha imparato nelle sue due vite, quella da ginnasta professionista e quella da ex campione che non ha mai smesso di rispettare e amare il proprio corpo, anche se ora l'obiettivo non è più vincere un'Olimpiade, ma solamente stare bene. Nel farlo ripercorre la sua carriera e, con onestà, ammette le difficoltà e gli ostacoli che lui per primo ha dovuto affrontare e affronta ogni giorno. Leggendo il suo manuale scopriamo molto più di un grande atleta e un ottimo insegnante: Jury è una guida e un amico a cui affidarsi con fiducia, consapevoli che «la felicità del corpo, a volte, è più intensa di quella dell'anima».