L'economia nuova di Walther Rathenau è un saggio dove il progetto di una nuova Europa si forma sull'idea di un diverso assetto dell'economia con al centro l'industria come protagonista. Pubblicato nel 1918 e tradotto per la prima volta in Italia nel 1922, con un'introduzione di Gino Luzzatto, che riproponiamo in questa edizione, L'economia nuova è il testo più famoso di Walther Rathenau, industriale tedesco, e raffinato intellettuale. Una figura tragica, nella sua solitudine e anche nella sua morte violenta, nel 1922. Una riflessione sugli assetti economici dell'economia industriale uscita dalla Prima guerra mondiale, un esercizio di "creazione di futuro", laddove, per esempio, propone con il termine di "meccanizzazione" un processo che quasi anticipava a fabbrica 4.0. "Al grado di produttività di un'economia - scrive - non è assegnato un limite teorico. Si possono immaginare delle officine, organizzate in forma così completamente meccanica, che sia sufficiente la facile sorveglianza di un uomo per dirigere nella sua totalità l'ingranaggio della produzione". Di lui, venti anni dopo il suo assassinio da parte degli estremisti di destra tedeschi, ha scritto Stefan Zweig: "nell'ora della responsabilità, allorché dopo il crollo militare, nel 1919, gli fu imposto il compito più duro, rendere di nuovo vitale lo Stato sconvolto strappandolo al caos, le inaudite forze che esistevano in lui potenzialmente si trasformarono d'un tratto in energia unitaria. Ed egli si creò la grandezza innata al suo genio, prodigando la propria vita per un'unica idea: salvare l'Europa".