"Ogni situazione giuridica deve poter trovare un suo momento cautelare" ha affermato la Corte Costituzionale, confermando che la tutela cautelare dei diritti rappresenta un elemento irrinunciabile del nostro ordinamento. Due norme fondamentali della Costituzione italiana sono alla base di tale asserzione: l'art. 3, che sancisce il principio dell'uguaglianza davanti alla legge, e, in maniera ancora più specifica, l'art. 24, ai sensi del quale tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. Non si può infatti dare un significato a tali norme senza ammettere che esse non solo garantiscono il diritto di ognuno ad agire in giudizio, ma anche quello al raggiungimento di un risultato utile. Anche nell'ambito dell'Unione europea i propositi di attuare una più efficace regolamentazione della tutela cautelare in materia civile e commerciale, avvalendosi degli strumenti della legislazione comunitaria, non si sono sinora tradotti in disposizioni innovative, né nell'ambito dell'armonizzazione delle legislazioni processuali nazionali, né in quello della disciplina internazional-privatistica dei rapporti transnazionali, dove, in particolare, non sono ravvisabili progressi ulteriori rispetto a quelli già ottenuti con il metodo intergovernativo, ad eccezione del settore dei rapporti di famiglia, dove, come già accennato, sono ravvisabili alcuni interessanti sviluppi.