L'evoluzione dei mezzi di comunicazione e l'avvento delle tecnologie telematiche espongono le comunicazioni interpersonali a interferenze particolarmente significative da parte dei pubblici poteri. Ricostruendo le origini storiche di una pretesa alla segretezza del contenuto della corrispondenza e delle altre forme di comunicazione, l'opera dà conto in chiave comparata degli strumenti tradizionali di intrusione a fini processuali in questa sfera riservata, prefiggendosi di verificare se il quadro normativo e costituzionale esistente sia adeguato a far fronte alla comparsa di mezzi di ricerca della prova suscettibili di mettere a repentaglio il godimento di questa prerogativa individuale. Sulla scorta dell'analisi svolta, si discute dell'opportunità di concepire il diritto alla segretezza delle comunicazioni all'interno di un più generale prisma dei diritti della personalità, volto a garantire una tutela più efficace nei confronti di mezzi di ricerca della prova in grado di prendere cognizione del contenuto dei dispositivi digitali informatici.