Il saggio si focalizza sul periodo Hollywoodiano di John Fante. La maggior parte degli studiosi ha giudicato negativamente la lunga permanenza dello scrittore italoamericano negli studios, soprattutto per via dei contenuti negativi che Bukowski ha espresso in merito. Qui si esaminano le lettere di Fante scritte durante quel periodo, contestualizzandole nella realtà del giovane autore che in quel momento non aveva ancora ottenuto nessun importante riconoscimento letterario per i primi romanzi della saga Bandini e "Dago Red". Anzi, le delusioni erano state molte, soprattutto per la mancata pubblicazione del suo romanzo "The Little Brown Brothers". Per rendere noto ai lettori i meriti del cinema "fantiano" sono stati intervistati i figli, e sono stati analizzati i film principali dell'autore, per la maggior parte sconosciuti alla critica e che invece raccontano un "altro" John Fante, umano e compassionevole. La seconda parte del saggio si concentra sulla sua letteratura e sull'influenza che il realismo magico ha avuto su di lui: un nuovo punto di vista per leggere Fante, troppo spesso avvicinato agli ideali della Beat Generation.