C'era una volta una ragazza, colta, raffinata, curiosa, dal carattere deciso e caparbio. Somigliava a una diva del cinema muto e viveva nel cuore della vecchia e tenebrosa Torino. La chiamavano "La Signorina del Cinematografo", perché era sempre alla ricerca di tesori per la sua collezione di oggetti legati al mondo del cinema. Aveva un sogno nel cassetto o meglio, come era solita ribadire, un progetto: creare un grande museo dedicato alla settima arte. Un'idea che avrebbe portato alla nascita del Museo Nazionale del Cinema di Torino.