Il terreno che i due volumi di Ritorno alle origini attraversano è, come il lettore noterà, affascinante e complesso. Del resto in questo campo non è difficile eccedere in un verso o nell'altro, cadere in uno sterile e paradossale letteralismo biblico, o in un liberalismo interpretativo che lascia ben poco spazio al senso dei testi. Questa opera va dunque nettamente distinta dal cosiddetto creazionismo protestante che è inficiato in radice dagli errori di quelle sette. Ed è proprio dalla confusione tra grazia e natura, causalità prima e seconda, e da quella dei rapporti tra Dio e l'uomo che nascono i principali problemi di quel mondo. L'uomo, sottratto alla Chiesa gerarchica di istituzione divina che lo aiuti nella corretta interpretazione, cadrà facilmente nei due estremi menzionati: da un lato un impossibile letteralismo, dall'altro le più sfrenate e illogiche fantasie nella comprensione della Scrittura.