"Un governo fascista, costituito non si sa dove e che parla in nome di Mussolini, incita i militari italiani ad affiancare le truppe germaniche. Sarebbe certo doloroso se reparti italiani venissero a trovarsi dalle due parti della barricata!". (12 settembre 1943, Mario Roatta). Il diario del 1943 di Mario Roatta, capo di Stato Maggiore dell'Esercito e membro del Consiglio della Corona, è un documento storico di grandissima importanza. In queste pagine, scritte nell'immediatezza degli avvenimenti, emergono con evidenza il caos dei comandi delle Forze Armate, le incertezze del re pronto a smentire il governo sull'Armistizio, la mancanza di informazioni che i vertici militari e politici avevano su quello che stava avvenendo a Roma o nei Balcani dove si consumava, tra le altre, la tragedia di Cefalonia. E ancora: le trattative con Eisenhower per il cosiddetto «Armistizio lungo», i complicati rapporti con i nuovi alleati, i dettagli privati e quotidiani del governo provvisorio a Brindisi. Roatta assiste alla caduta di un mondo dalle cui rovine verrà travolto: il governo jugoslavo lo accusa di crimini di guerra. Il maresciallo Tito vuole la sua testa, gli alleati premono e Badoglio la servirà loro su un piatto d'argento. Il diario è a cura di Francesco Fochetti. Con inserto fotografico.