Last Nite nasce come un esperimento, come un gioco, come un passatempo. Due amici distanti un oceano, uno a Roma, l'altro a Lima, decidono che la misura restrittiva del distanziamento sociale e l'esplosione del virus covid-19 saranno la scusa per recuperare una comunicazione che si stava limitando al fantacalcio, a qualche emoticon e a lunghi silenzi. Alessio e Marco decidono di scriversi delle lettere, per lo meno tutte le settimane per qualche mese. Vogliono tenere il polso di ciò che sta succedendo fuori e dentro di loro. Vogliono lasciare registro ai loro figli, vogliono conoscersi meglio, nonostante siano stati coinquilini al tempo dell'università. Si parla del sogno di vivere insieme in campagna, della paura della morte, dell'amore per la vita, della necessità di tornare un po' bambini se si vuole vedere veramente come è il mondo. O come dovrebbe essere. Si parla del timore, della rabbia, della stanchezza. Della gioia di essere amati e della fortuna di essere al mondo per recitar la parte. Si parla di Dumbo, della Carica dei 101 e della Sirenetta. E a portar coraggio nella conversazione epistolare, vengono in aiuto personaggi eroici, sfuggiti per qualche motivo ai riflettori della storia e della grande cronaca.