Vengono qui ripubblicati due testi che costituiscono un documento storico, letterario e umano di primaria importanza. L'autore è Benito Mussolini. Si tratta di stralci di scritti autobiografici: de La mia vita, iniziata a scrivere il 4 dicembre 1911, brevemente interrotta e ripresa il 24 febbraio 1912, e de Il mio diario di guerra (1915-1917), pubblicato nel febbraio 1923 edulcorato in alcune sue parti. Le autobiografie, si sa, nascondono, più che rivelare, oppure mettono in luce o esagerano aspetti ad usum Delphini, e perfino inventano vicende mai accadute: spetterà al lettore attento separare la finzione dall'immaginazione, soprattutto in questo caso, se è vero che fin da giovanissimo Benito Mussolini dimostrò un carattere ambizioso, spavaldo, prepotente, contorto e tormentato. Il testo rivela le doti d'una personalità non comune, quella d'un fanciullo respinto ed emarginato dalla società per il suo temperamento acceso e bistrattato per le umili origini, che già medita rancorosamente il proprio riscatto. In queste pagine si possono rintracciare le native ragioni di quella che sarà una drammatica, tragica esistenza.