«[...] poco dopo iniziarono ad apparirci i primi cartelli che indicavano la presenza di mine e invitavano a non uscire dalla sede stradale. Questi segnali di pericolo incutevano apprensione e, al tempo stesso, ci davano la chiara sensazione che dopo le guerre, dovevamo essere i primi ad attraversare questi luoghi. Dopo una mezz'ora arrivammo al lato nord del lago; non avevamo incontrato nessuno e ciò che si aprì davanti a noi per chilometri fu uno spazio aperto di prati, senza un'abitazione, senza anima viva. Dal verde intenso dell'erba selvatica spuntavano centinaia di orchidee purpuree e maculate a forma di grandi pannocchie a cui si affiancavano il rosa pallido dei gladioli, insieme alle più comuni margherite e ai fiori gialli del tarassaco. Una risorgiva di medie dimensioni, silenziosa e dalle acque blu, scorreva nella parte bassa della pianura, dividendola simmetricamente in due».