Per la famiglia Marabini gli anni berlinesi furono estremamente formativi. Nella consapevolezza di rivestire un ruolo di rilievo nei confronti degli abitanti di una Berlino-Est pressata dall'oscurantismo rosso, Claudio Marabini - accreditato dal 1975 al 1979 con l'intero nucleo familiare presso l'Ambasciata d'Italia nella R.D.T. - si trova a vivere una realtà completamente diversa da quella lasciata in Italia. Ma soprattutto, comprende appieno i meccanismi politici, sapientemente celati, di una dittatura feroce, mirata all'annientamento dell'uomo, del suo pensiero e delle sue azioni. Ogni individuo è chiamato a rispettare regole ferree e a vivere e produrre esclusivamente per il Partito, il quale orchestra ogni attività sociale, economica e politica del Paese. Il Muro di Berlino, emblema di quei tristi anni, era stato eretto dal potere sovietico e cingeva la parte Ovest della città, perché ritenuta simbolo del capitalismo, fenomeno, secondo il potere rosso, da annientare ad ogni costo; fino al suo abbattimento, avvenuto nel 1989, dal punto di vista sociale il muro aveva rappresentato - e rappresenta tuttora - la repressione e l'immobilismo culturale dell'epoca. Claudio Marabini ci propone un'analisi accurata di quei momenti. Interessanti e sorprendenti alcune sue considerazioni, che al tempo forse poco vennero ascoltate, ma oggi, col senno di poi, dobbiamo convenire che molto probabilmente era giunto a conclusioni esatte.