La magia di un percorso di vita che ha visto Walter Bragagnolo lasciare tracce significative sia nel mondo della scuola, con la configurazione dei programmi della facoltà di Scienze motorie, sia nel mondo dello sport, vissuto attraverso una vasta gamma di implicazioni, dalle gemme di Sara Simeoni ai successi della Valanga azzurra dello sci. Accanto a Bragagnolo la presenza di personaggi sempre in grado di far coincidere le lucide istanze del cervello e le spinte emozionali del cuore. Ecco dunque una cascata di riflessioni a raggiera, sul movimento e sulla vita, sulla stasi e su quel paradosso in sospensione che si chiama tempo. Come se la biomeccanica, primo gradino di una lunga scala cognitiva, agevolasse il contatto tra il pensiero analitico e l'esperienza meditativa. Non è mai stato lontano dal vero chi ha intuito la relazione tra gli interrogativi dello Zen e le risposte della meccanica quantistica. Di certo Bragagnolo, sulla scia di Edelman, ha innovato l'approccio alla conoscenza del movimento senza mai rassegnarsi a una frattura tra le due culture. Di qui l'analisi sulla struttura del cervello per arrivare alla definizione di coscienza «non come sostanza ma come processo». Di qui, infine, l'elaborazione di quel metodo neuronale-situazionale (M.A.E., method amplification error) che ha rivoluzionato di fatto, scardinando il dualismo cartesiano, tutte le teorie di stampo sovietico sulla periodizzazione del processo di allenamento.