Ogni maledetta domenica. Per tutta la vita. Che si tratti di affrontare i prati calcati dalle stelle della massima serie o di cimentarsi con la polvere dei più sperduti campi di provincia non fa alcuna differenza. La passione è identica e, soprattutto, i valori sono gli stessi. Almeno per chi, malgrado tutto - e contro tutto (contro il calcio moderno, in primo luogo) - continua a essere, sentirsi e anche definirsi ultras. Questa è la storia che l'autore consegna alle pagine rigorosamente autobiografiche di "Una trasferta lunga una vita". Per parlare dello sport vissuto in prima persona nella curva del Catanzaro e negli stadi di tutta Italia. Ma anche del calcio giocato con cucita addosso la maglia delle giovanili della squadra del cuore e, come se non bastasse, del pugilato, praticato in una pioneristica palestra popolare come quella in cui ha preso vita la Boxe Roma San Lorenzo. A questo, e a molte cose ancora, è dedicata la realtà del libro di Mariano Aloisio.