Quando don Milani e i suoi ragazzi scrissero, tra il 1966 e il 1967, "Lettera ad una professoressa" vollero esprimere un severo atto d'accusa alla scuola italiana che faceva fatica a realizzare il diritto di tutti all'istruzione quale fondamentale strumento per compiere l'uguaglianza tra gli esseri umani. Con questa opera collettiva, partendo dalla reale esperienza di Barbiana, vollero anche spiegare i motivi delle loro scelte di studio, il rapporto che esiste tra scuola e realtà lavorativa, gli effetti che la selezione della scuola dell'obbligo provoca sui figli del popolo. Sottolinearono il grande ruolo che l'istruzione ha per l'emancipazione da una realtà di povertà e sfruttamento. Con una scuola che indicasse al ragazzo un valore alto: studiare per uscire insieme dai problemi. Da quella scuola le riflessioni per l'oggi.