Il volume esplora il rapporto tra il fenomeno dello shrinking - ovvero della contrazione demografica e urbana - e la cultura progettuale spaziale. È un tema che ha avuto una fortunata stagione di studi, a partire dalle ipotesi su Berlino "arcipelago verde" di Oswald Mathias Ungers e Rem Koolhaas fino agli studi più recenti sulla decadenza e sulla rinascita di Detroit. I centri storici e le "città nuove" dell'ex Germania dell'Est, studiate in pionieristici saggi da Carlo Aymonino e dal suo Gruppo Architettura veneziano intorno al 1970, sono oggi completamente cambiate. L'analisi di Agim Kërçuku procede attraverso sei diverse "scene", che illustrano il modo in cui i piani, i progetti e le politiche si sono misurati con il fenomeno dello shrinking a partire dagli anni Novanta. Si tratta di una sequenza che tenta di individuare i caratteri principali, le dinamiche, le ragioni e le ambiguità delle trasformazioni della città nel corso di una lunga transizione. La prima scena racconta la demolizione e la trasformazione dei caseggiati di edilizia sociale a Leinefelde-Worbis. La seconda si confronta con le pratiche temporanee di appropriazione di edifici abbandonati a Halle-Neustadt. La terza scena mostra gli esiti di alcuni progetti di spazi verdi nei vuoti urbani di Lipsia. L'analisi della quarta situazione tematizza la scala del paesaggio, e illustra, nella Lausitz, gli straordinari sforzi di rinaturalizzazione di un territorio fortemente sfruttato dall'estrazione della lignite. La quinta scena si apre su Hoyerswerda, dove l'emigrazione della popolazione giovane e il progressivo invecchiamento di quella rimasta hanno portato a ridurre e demolire lo stock abitativo e l'infrastruttura sociale. La città doppia di Görlitz/Zgorzelec, nella sesta e ultima scena, affronta le politiche di ripopolamento che attraggono i pensionati "occidentali" nella città tedesco-polacca.