Marcello D'Olivo, laureatosi in Architettura a Venezia, svolge la sua attività professionale tra Udine, Trieste, Milano e Roma, affermandosi quale professionista appartato rispetto a ogni cifra stilistica. Nel secondo dopoguerra la disciplina architettonica diventa un poliedrico strumento di conoscenza, che sintetizza le tecniche di analisi per un'esaustiva comprensione del territorio, arrivando a elaborare il piano della città. In questo contesto Marcello D'Olivo si distingue quale interprete originale della disciplina, elaborando un peculiare linguaggio figurativo. Il volume conferisce nuova attualità ai principi compositivi che ne caratterizzano l'opera, mediante la vocazione critica del ridisegno e dello smontaggio linguistico-espressivo e costruttivo. La dialettica compositiva emerge attraverso l'uso della geometria come unico linguaggio capace di legare in rapporto sinergico il gesto espressivo e le scienze esatte. La poliedricità dell'architetto porta a una naturale inclinazione verso gli approfondimenti multidisciplinari, che consentono di aprire un orizzonte fino ad ora limitato e di restituire una nitida rilettura attraverso la contaminazione tra arti e scienze.