La Strada del Vino (ora Strada del Prosecco) per prima in Italia ha contribuito a trasformare, già dagli anni '60, un modo di guardare il paesaggio, oggi Patrimonio dell'Umanità. Tale sguardo innovativo e lungimirante ha generato politiche, cooperazione condivisa e una progettualità efficace nel tempo lungo, che ha concorso a creare prosperità diffusa, progresso civile e il successo di questi luoghi. Il testo ne ripercorre e analizza criticamente le virtualità, lo sviluppo e descrive il paesaggio culturale che l'ha generata. Le Botteghe del Vino sono nate come luoghi da vedere e per vedere il paesaggio. Rigenerate, oggi possono essere la spina dorsale di un museo diffuso sostenibile per narrare e promuovere le qualità e i prodotti del territorio. Con un rinnovato atteggiamento il libro suggerisce alcune concrete strategie per una nuova progettualità e per una continua valorizzazione, all'interno di quello che viene definito qui respiro del paesaggio. Emergono considerazioni più generali sul senso e le forme di come costruire oggi un linguaggio dialogante e sostenibile per una rigenerazione del passato prossimo entro un contesto definito da Goffredo Parise picassiano e barbarico.