Riscoperta nel 1998, la tomba rupestre di Grotte Scalina è una delle più sfarzose tombe etrusche di età ellenistica oggi conosciute. Fatta costruire intorno al 320 a.C. da una facoltosa famiglia tarquiniese, la sua architettura sembra ispirarsi ai monumentali palazzi macedoni di Vergina e di Pella. La sua ampia sala di banchetto funebre è un unicum nel mondo mediterraneo coevo. Le due camere funerarie furono concepite secondo i principi rituali della cosmologia etrusca e furono adoperate fino al II secolo a.C. Dopo un periodo di abbandono, nell'alto Medioevo il sito sembra essere stato rioccupato da eremiti, poi verso la metà del XVI secolo la finta porta e la scala monumentale della tomba attirarono l'attenzione per la loro somiglianza con la Porta Santa e la Scala Santa del Giubileo romano. Ripulita, la tomba fu per circa tre secoli frequentata dai pellegrini che transitavano lungo la via Francigena. Questo volume offre i primi dati di sintesi degli scavi su questo eccezionale monumento, ed esplora diversi episodi di rivisitazione, dal Medioevo all'età moderna, dei luoghi etruschi negli attuali Lazio e Toscana attraverso il racconto di archeologi, storici e storici dell'arte.