Il Novecento, secolo interessante ma inquieto e complesso, per Viareggio è un periodo ricco di interazioni sociali politiche e artistiche; la sua specificità balneare contribuisce ben presto a farne un centro cosmopolita, vero e proprio crocevia culturale di rilievo europeo. Se da un lato l'Europa ferve di ideali e di illusioni, non mancano le contraddizioni. Anche Viareggio ha le sue: mentre la Darsena vive del lavoro dei marinai, dei pescatori e dei calafati, al di qua del canale Burlamacca, si moltiplicano i luoghi di ritrovo e la passeggiata si mostra superba. L'incendio del 1917 ne cambierà il volto, ma è solo l'inizio. La grande guerra pretenderà un pesante tributo in termini di vite umane e difficoltà economiche, pagate soprattutto dal proletariato. Il biennio rosso, l'avvento del fascismo, la Seconda guerra mondiale lasceranno tracce indelebili anche sul piano urbanistico. Gli anni Cinquanta-Sessanta vedono un miglioramento generale del tenore di vita: gli alberghi di lusso ospitano i grandi nomi della finanza e dello spettacolo, per chi non se li può permettere ci sono le pensioncine e le stanze in affitto. Il turismo viareggino cambia volto: da turismo di élite, lentamente dirottato verso Forte dei Marmi, all'attuale turismo di massa. Sorretti da una solida e attenta ricerca documentale ricca di aneddoti, testimonianze inedite e materiale d'archivio, le autrici tratteggiano un'epoca nell'intento di ricostruirne atmosfere, speranze e delusioni.