Perché le storie horror sono così attraenti, i thriller elettrizzanti, perché l'orrore ci fa orrore ? Perché i racconti raccapriccianti hanno un magnetismo irresistibile? E quali elementi in comune hanno le buone storie di paura? A volte le storie horror hanno lo scopo di scioccare o disgustare, ma le migliori ci fanno pensare, ci costringono a confrontarci con presenze che ignoriamo, sfidano i nostri preconcetti; l'orrore ci ricorda che il mondo reale non è sempre quel posto sicuro che sembra. Ogni tipo di orrore gioca su paure diverse, ma il "gioco" più efficace si basa su paure antiche e viscerali, eredità dell'esperienza ancestrale o derivanti dall'immaginazione infantile. I racconti contenuti in questa antologia non sono tutti horror nel vero senso della parola, ma affrontano il discorso "paura e ossessioni" anche da un punto di vista psicologico: è proprio nel nostro cervello che si annidano le paure; sentiamo le scariche di adrenalina, il cuore che martella, il respiro che accelera, immaginiamo noi stessi ai margini del baratro, del pericolo e dell'orrore. Ed ecco che le "oscure presenze" prendono vita dal mondo dei giocattoli, dall'incredibile, dall'inconscio.