Raccontano il Natale otto scrittrici che si inseriscono, tra Ottocento e Novecento, nel dibattito culturale e letterario del proprio tempo: dall'Italia abbiamo Serao, Marchesa Colombi, Deledda, Messina e dal contesto mondiale Gaskell, Pardo Bazán, Lagerlöf, Alcott. Tra queste compare, come extra bonus, una cartolina natalizia di Beatrix Potter. Tutte firme testimoni di un mutamento nell'industria editoriale, che vede l'incremento del pubblico e delle occasioni di lettura. Queste scrittrici si fanno interpreti della realtà della loro regione, delle tradizioni di ogni singolo Paese e raffigurano bambini e anziani, padri e figli nel complesso tessuto dei rapporti familiari. I loro racconti di Natale offrono uno sguardo sui percorsi che i personaggi compiono verso una revisione della propria vita. La storia può svolgersi nell'arco della giornata natalizia o lungo un iter più esteso, che in quella giornata trova scioglimento, perché è l'unico spazio narrativo in cui è naturale il superamento dei conflitti sociali e psicologici: compete al Natale la percezione del bene, la realizzazione di azioni sostenute dai buoni sentimenti. E l'inverno favorisce una più acuta riflessione. Evoca la ricerca di calore, ma anche il suo contrario- una presa di coscienza sull'assenza degli affetti, sul senso di esclusione della comunità.