Le donne non sono più cattive, né meno cattive degli uomini, semplicemente lo sono in modo diverso. Quando a sollevare la paura al livello di orrore è l'immaginazione femminile, l'orrore è essenzialmente orrore quotidiano: non l'invenzione di quel che è orribile, perché strano, ma la scoperta di quanto vi sia di orribile in quel che è quotidiano. Dagli orrori tragicamente possibili, quali la violenza del potere - non solo e, forse, non soprattutto fisica - alle realtà capovolte, riflesse, rovesciate come un guanto, un filo rosso fatto di "brividi sottili, arcani, inquietanti" tiene uniti questi racconti. Un orrore autentico, sottile e molteplice, ma anche pragmatico, ragionevole e concreto. Il lettore verrà condotto nei sotterranei più affascinanti e misteriosi che ci siano: quelli della natura umana e femminile. Poiché se non vi è orrore dove non vi è immaginazione, non vi è orrore fuori di noi che non rifletta quello che è in noi.