Lo studio che ci si accinge a presentare in questo volume cerca di cogliere tutti questi aspetti, giocando di rimando tra le varie fonti. Il quadro che ne emerge non è sempre organico, e i documenti spesso non raccontano tutto quello che avremmo voluto. Eppure, per lo studio della monetazione e della zecca comunale di Pisa, questa era l'unica via da tentare. L'assenza pressoché totale degli atti pubblici sulla zecca medievale, che soli avrebbero potuto rendere conto in modo esaustivo di certi fenomeni, quali gli ordini di coniazione, il titolo ed il volume delle monete, la struttura dell'officina monetaria e l'organizzazione dei monetieri, ha reso ancora più importante lo studio di tutti gli altri documenti, per quanto meno immediati. Ne è nato un mosaico che, accostando piccoli frammenti, delinea un'immagine in parte nuova per Pisa ed il suo Comune, soprattutto per il periodo che va dal 1260 fino all'epilogo della signoria gambacortiana, anche se numerosi interrogativi rimangono ancora aperti, soprattutto per il periodo a cavallo del Trecento. Ma si sa che la ricerca non ha mai fine, ed anche questa deve essere considerata solo una tappa, cui seguirà già un secondo passo con il volume successivo incentrato sulle monete della Seconda Repubblica, cui saranno uniti tessere e gettoni del Comune ascrivibili a questi secoli.