Mi trovo a circa a 30 chilometri a sud di Yerevan, vicino al confine turco. Attorno a me un'immensa spianata di viti verde brillante illuminata dai raggi caldi del sole. Immersa in questa terra di pace, teatro di orribili atrocità in un passato molto lontano, penso alla storia di questi luoghi, a quanto ogni singolo filo d'erba che calpesto abbia condiviso le pene del popolo che vi abita e ripercorro la mia vita. La storia non può essere fermata al 1915, i turchi e gli armeni non sono gli stessi di cento anni fa. Il turco non può più essere visto soltanto come l'assassino dei propri antenati e l'armeno come il traditore della nazione. Entrambi devono imparare a confrontarsi nel presente.