Asha arriva in Italia dopo un viaggio su un furgoncino, su un aereo, su un'auto che la portano da quella che diventerà la sua nuova famiglia e "non mi lascerà andare mai più". Asha è la voce degli adottati, di quei tanti bambini e ragazzi, bambine e ragazze, che poche volte hanno voce. Si scrive di loro, per loro, quasi mai con loro. Sono anime che nel giro di poche ore attraversano continenti e fusi orari, ai quali è richiesto di diventare figli nell'arco di pochi istanti, di uno sguardo appena, e di lasciare alle spalle tutti i propri bagagli per prenderne in mano di nuovi, integri e perfetti, da riempire con la nuova vita e i suoi nuovi, integri e perfetti ricordi. La voce di Asha racconta, con parole sincere e crudeli - perché la verità non è mai un balsamo profumato, ma un colpo che uccide tutto ciò che siamo - il suo punto di vista, il suo essere un'adottata, il suo camminare su una strada che gli adulti avevano tracciato per lei, e il suo coraggio di cambiare direzione e di andare incontro al suo futuro, tracciato con le sue forze.