"Sono nato nell'entroterra della Sardegna, a Gonnoscodina, appena 500 anime. Poco dopo la nascita, i miei genitori si resero conto che ero affetto da una grave malattia agli occhi, glaucoma congenito, che mi ha portato alla cecità totale intorno ai 18-20 anni. Nel frattempo la tubercolosi polmonare si è accanita su di me, tre anni in un sanatorio sono stati necessari per guarire. Così ho continuato gli studi in un collegio per ciechi a Cagliari, nel giugno 1975 ho conseguito il diploma alla scuola superiore per massofisioterapisti di Firenze e il 1 ottobre sono stato assunto presso l'ospedale civile di Pordenone dove ho prestato servizio per 30 anni. Nel 2006, a causa di grossi problemi di salute, mi sono trovato a dover calare di peso in modo drastico: l'unico modo naturale per farlo è stato correre. Insieme a un amico maratoneta ho trasformato la medicina in passione e da allora ho disputato 20 maratone, ma la passione per le ultra si è impadronita di me. Io ho avuto molto dalla vita, mi ritengo una persona fortunatissima: né la cecità né l'aver perso la mamma a soli tre anni mi hanno tolto la voglia di vivere perché la volontà non ha barriere".