Questo libro è un pugno nello stomaco, ma serve a dare una scossa, una sveglia a quanti ignorano o volutamente fanno finta di ignorare la realtà della violenza di genere. Quella violenza che colpisce quasi sempre donne, indifese, inermi, spesso innamorate o incapaci di captare la tossicità di un rapporto che, inevitabilmente, potrebbe finire nel sangue. La storia di Chiara è terribile, emblematica, cruda: forse servirà a sollevare il velo di colpevole indifferenza che circonda le vittime di tentato femminicidio. La strage delle innocenti, in Italia, è appena cominciata, eppure è vecchia di secoli. Prima li chiamavano "delitto d'onore", ma un omicidio è sempre un omicidio sia che si chiami femminicidio o delitto passionale. Chiara è sopravvissuta. E per lei e per le tante vittime scampate, umiliate da uno Stato complice e assente, è stata ancora più dura. Il peggio del peggio. Ma sopravvivere non può essere una colpa in un Paese civile.